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venerdì 25 febbraio 2011

MERCATO PRIVATI: VERBALE D'ACCORDO NAZIONALE

Il 22 febbraio é stata raggiunta una prima intesa nazionale su alcuni temi in discussione: evoluzione modello organizzativo Back Office, ricollocazione personale di alcuni Contact Center in chiusura ed è stata demandata a livello territoriale, come da noi più volte richiesto,  la trattativa sulla razionalizzazione degli uffici e sugli organici.
Entro marzo si dovranno tenere gli incontri regionali, nei quali dovranno essere discussi anche i temi contenuti nella richiesta di incontro già comunque avviata: fabbisogno organici, distacchi, ferie, formazione, ecc.

Accordo 22 febbraio 2011
Slide Evoluzione modello organizzativo Back Office
Slide Organici

giovedì 24 febbraio 2011

MERCATO PRIVATI: RICHIESTO INCONTRO REGIONALE

                                                        
          SLC CGIL                  FAILP              UGL COM

                              Milano, 16 febbraio 2011

Spettabile Poste Italiane 
RAT Lombardia
Alla c.a. Dott. Menegazzo
Direzione RU.RI Lombardia
Alla c.a. Dott G. Ancona
Dott. R. Cicatelli
Via Orefici, 15
20100 Milano

Oggetto: richiesta incontro Mercato Privati.                                                                       

A causa degli esodi incentivati a gennaio sono usciti dall’azienda in tutto la regione centinaia di lavoratrici e lavoratori, uscite che hanno ulteriormente creato problemi agli uffici già in carenza di organico in tutte le Filiali della Regione.
Nel verbale d’incontro del 10 dicembre u.s. l’azienda aveva demandato al tavolo nazionale la discussione sul fabbisogno di organico, ma da allora niente si è mosso. 
Noi crediamo che solo a livello regionale si possano discutere seriamente le necessità che permangono nei territori e nelle diverse Filiali, in stretta connessione con Servizi Postali, attraverso l’immissione di nuove risorse che possano permettere l’attivazione delle sportellizzazioni.   
Nello stesso verbale erano contenuti impegni  circa:
-          il completamento degli organici di Poste Impresa;
-          il completamento dell’implementazione degli UP a doppio turno;
-          le problematiche sollevate dal Competence Center;
-          la definizione degli orari degli UP che erogano il servizio PEC al sabato;
-          il piano di ricollocazione dei quadri sposizionati;
-          la regolamentazione dei “distacchi” oramai diventati selvaggi;
Tutti questi impegni sono ancora largamente disattesi. 
L’Azienda si era impegnata anche ad intervenire anche sulle eccessi delle cosiddette pressioni commerciali per ristabilire ove necessario una comportamento rispettose dell’etica e della correttezza ma non abbiamo notato nessun miglioramento in proposito. 

Le scriventi chiedono che, sulla base di quanto sopra esposto, venga convocato un incontro urgente per discutere e trovare soluzione ai temi sopra citati.
                                                                                                     
                                                           Segreterie Regionali 
 SLC CGIL (Pierluigi Daccò)   
 FAILP CISAL (Ciro Tramontano)     
 UGL COM (S.Trazzera)

giovedì 17 febbraio 2011

COMUNICATO SLC CGIL SULLA SITUAZIONE DEL RECAPITO

Abbiamo più volte denunciato la grave situazione in cui versa il servizio di recapito di Poste Italiane, che oggi appare senza governo.

Il timore, manifestato sin dall’inizio dalla nostra Organizzazione, che si andasse incontro ad una gestione approssimativa del servizio, viene oggi confermato dal  fallimento registrato sul servizio di distribuzione dei giornali e delle raccomandate J+1, che ad oggi, essendo gestiti attraverso processi di esternalizzazione dell’attività e con l’uso strutturale dello straordinario, poco hanno a che vedere con l’idea di razionalizzazioni e di sviluppo che l’azienda immaginava di realizzare attraverso una distribuzione dell’attività lavorativa su 5 giorni.

A pagare purtroppo, oltre che i lavoratori, sono i cittadini, che alla luce di quanto appreso in queste ore, rischiano di subire un peggioramento del servizio da parte di Poste Italiane.

Il Contratto di Programma già siglato dall’AD di Poste Italiane ing. Sarmi e il Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, attualmente in attesa di autorizzazione da parte del CIPE, contiene infatti tre elementi che riteniamo essere disastrosi, in prospettiva, per il servizio postale:

-          La possibilità di effettuare il recapito del servizio universale a giorni alterniin presenza di particolari situazioni di natura infrastrutturale o geografica in ambiti territoriali con una densità inferiore a 200 abitanti /kmq e comunque fino ad un massimo di un ottavo della popolazione nazionale. Tale ultimo parametro può essere soggetto ad un margine di tolleranza fino ad un massimo del 5%” .
-          La ridefinizione della “propria articolazione base del servizio secondo parametri più economici concordando eventualmente con le autorità locali una presenza più articolata nelle singole aree territoriali, i cui costi non siano a carico della Società stessa”.
Questi due punti, disarticolando di fatto la mission di Poste, mettono in discussione la riorganizzazione dei SP recentemente sottoscritta, ulteriormente aggravata “dall’apertura degli uffici postali a giorni alterni e nelle 18 ore settimanali”.

Si determina infatti un impatto su circa 10 milioni di utenti che riceveranno la posta (giornali compresi) un giorno si ed uno no, venendo di fatto trattati come cittadini di serie A o di serie B in base alle caratteristica del territorio in cui vivono.

Nel merito viene infatti  tradito lo spirito del servizio universale, così come lo intendono la Direttiva europea 2008/6/CE e il Dlg che la recepisce. Entrambi prevedono infatti che l’erogazione del servizio debba essere garantita a tutti i cittadini, in qualsiasi luogo, per almeno 5 giorni a settimana.

POSTE: MICELI (SLC/CGIL), BANCA DEL SUD FALLIMENTO ANNUNCIATO

DISAGI PER 10 MILIONI E 4000 ESUBERI 

DICHIARAZIONE DI EMILIO MICELI
SEGRETARIO GENERALE SLC/CGIL
 
Le ultime vicende relative all’azione di poste italiane si incaricano di rendere evidenti le scelte che il Governo intende compiere attraverso una mutazione strutturale del tradizionale assetto del gruppo.
Intanto il tema della Banca del Sud con la deroga concessa nel decreto Milleproroghe. Poste potrà utilizzare oltre il 10% del patrimonio esclusivamente per l’attività bancaria. La Banca del Sud può nascere, non sarà un unico soggetto giuridico, ma una lunga catena di comando spezzettata tra Ministero, Poste, banche cooperative, la cui presenza nel Mezzogiorno è perlomeno ridicola. E Medio Credito Centrale (titolare, sembra, delle istruttorie dei finanziamenti dei soggetti richiedenti). Non è il caso di ripetere cose ovvie, perché non è difficile immaginare come già questo “processo” porti in sé il sicuro fallimento dell’operazione. Ovunque si tende a semplificare, ad accorpare per snellire le procedure, e invece qui tutto si complica: vecchia e triste storia dell’intervento dello Stato nel Mezzogiorno quella che prima finanzia promette finanziamenti e poi non spende. Il Mezzogiorno ha bisogno di credito e di banche e sia anche la benvenuta una Banca del Sud, ma che nasca dal territorio e non nelle stanze della politica o dentro il circuito infernale della competizione tra Tesoro e Bankitalia. Sappiamo già che tante risorse destinate al Mezzogiorno diventeranno residui e, come succede ormai abitualmente, utilizzate magari in altre parti del paese o a tappare i buchi della finanza pubblica. A questa operazione, la cui validità è da dimostrare, Poste Italiane parteciperà impegnando risorse considerevoli. Si sa, queste operazioni sono sempre legate agli umori delle classi dirigenti: se cambia il Governo….
Ma è necessario guardare l’insieme dell’azienda e non solo quello che avviene nella sua parte  creditizia.
Con il nuovo contratto di programma, in via di approvazione al CIPE, il servizio di recapito verrà svolto in alcune aree a giorni alterni, e ciò comporterà disagio per 10.000.000 di persone ed esuberi per circa 4.000 lavoratori.
E sempre nello stesso contratto di programma anche gli uffici postali, non tutti, lavoreranno a giorni alterni.
Poste, dunque, entra in un nuovo settore pieno di incertezze, e si indebolisce in quello tradizionale dove, peraltro, da quest’anno vige una piena, completa e positiva liberalizzazione.
Sono queste le scelte del Governo, che per legge fonda una banca e con un contratto diminuisce gli oneri del servizio universale. Siamo preoccupati, ovviamente, per le incertezze sul versante bancario e per l’impatto su servizio e lavoratori che scaturisce dal contratto di programma. Non abbiamo mai negato e non neghiamo la necessità di una riorganizzazione  del Gruppo, dei suoi asset tradizionali ed abbiamo concorso, qualche volta  convinti e qualche altra di meno, alle ristrutturazioni che si sono fatte. Ma si sa, un conto è privilegiare ristrutturazioni competitive, un altro è subire tagli lineari, come nel caso del contratto di programma!
La corrispondenza funziona malissimo, rischiamo una ecatombe nella distribuzione dei quotidiani, la posta celere (j+1) non va. Operando a giorni alterni si perderanno quei clienti che chiedono continuità del servizio e dell’attività aziendale e l’unica soluzione è quella di ricorrere ai fornitori esterni di servizi postali. Attenzione, il servizio universale è affidato a Poste e non a terzi; si rischia di scivolare lungo una china pericolosa.
Chiediamo dunque l’apertura di un tavolo di confronto in grado di affrontare e risolvere problemi che rischiano di diventare devastanti per Poste Italiane.
 Roma,17 Febbraio 2011


martedì 15 febbraio 2011

RIPRENDONO LE TRATTATIVE PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE

Martedi 22 e mercoledi 23 febbraio riprendono, dopo due mesi di interruzione, le trattative per il rinnovo del Contratto nazionale di Poste. A più di un anno di distanza dalla scadenza della parte economica e ormai scaduta anche la parte normativa, SLC CGIL ritiene che Poste Italiane debba abbandonare la tattica dilatoria fin qui avuta per entrare nel merito dei temi contenuti nella piattaforma presentata unitariamente a luglio scorso per arrivare ad un contratto in grado di dare concrete risposte per la salvaguardia dei diritti e delle retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori postali.

sabato 12 febbraio 2011

RECAPITO DEI QUOTIDIANI AL SABATO: PRESA DI POSIZIONE DELLA SLC CGIL

Con una lettera inviata all'azienda la SLC CGIL Nazionale prende posizione sulla questione ancora irrisolta del recapito dei giornali quotidiani al sabato. All'azienda si chiede di risolvere velocemente un problema che, secondo gli accordi nazionali, si doveva risolvere entro il 2010. Nel frattempo si richiedono straordinari, non sempre volontari,  si bloccano le ferie e si trovano soluzioni estemporanee che non fanno altro che aumentare i disagi.
Il comunicato della SLC CGIL

giovedì 10 febbraio 2011

PRECARI: PROROGATO IL TERMINE PER L'IMPUGNAZIONE DEI LICENZIAMENTI

ACCOLTO EMENDAMENTO PD SU TUTELA LAVORO PRECARIO
''Per tutto quest'anno non si applichera' la norma del famigerato collegato sul
lavoro che fissava al 23 gennaio i nuovi termini per l'impugnazione dei licenziamenti. Finalmente si riesce a   salvaguardare in questa legislatura una norma che tutela chi lavora, anziche' tagliare quelle
che esistono, e questo e' certamente un fatto assai positivo". Lo afferma, in una nota, Achille Passoni, senatore del Partito
Democratico e membro della Commissione lavoro di Palazzo Madama.

mercoledì 9 febbraio 2011

COMUNICATO DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA SLC CGIL E. MICELI

A SEGUITO DELL’INCONTRO CON L’A.D. DI POSTE ITALIANE M. SARMI

A seguito della richiesta unitaria delle OO.SS., martedì 8 febbraio si è tenuto l’incontro tra le stesse e l’Amministratore Delegato di Poste Italiane Massimo Sarmi ,con all’ordine del giorno il confronto sul tema della costituzione della Banca del Mezzogiorno.

Secondo la relazione dell’AD, il progetto di Poste Italiane configura la Banca del Mezzogiorno come un’istituzione di secondo livello, in grado di accedere alla clientela tramite soggetti del mondo bancario e infrastrutture di Poste Italiane. Grazie all’utilizzo degli uffici postali, distribuiti capillarmente sul territorio (4.500 al sud, a fronte di un numero più esiguo di banche), Poste Italiane avrebbe maggior facilità di accesso alla clientela, interagendo con la struttura intermedia (Mediocredito Centrale), che dovrà erogare il credito. Si tratta di fatto di un Brand, senza alcuna configurazione giuridica, dentro il quale si dovranno collocare i prodotti finanziari.L’intera operazione non è comunque del tutto conclusa. Questa “incertezza” legata alle modalità con cui si dovrà arrivare alla definizione della Banca del Mezzogiorno non può che alimentare la sensazione che si tratti dell’ennesima proposta pasticciata.

Tra l’altro, i passaggi che dovranno ancora essere effettuati con la Banca d’Italia per gestire l’operazione evitando la scissione di un ramo d’azienda e puntare piuttosto su un settore dedicato, con un patrimonio separato, e l’attesa dell’approvazione di una norma contenuta nel Decreto Milleproroghe per attribuire a Poste Italiane la possibilità di condurre l’operazione in porto, mostrano tutta la farraginosità di questo meccanismo, che si presenta come una vera e propria “catena di montaggio”, i cui processi risultano frantumati. Ci chiediamo allora dove si trovi la coerenza rispetto alle motivazioni che dovrebbero portare ossigeno all’economia del Mezzogiorno.

Se l’obiettivo era infatti quello di accelerare la spesa al sud, questo progetto ottiene il risultato opposto. Ancora una volta, anziché dare risposte al Mezzogiorno, dotandolo di uno strumento finanziario efficace, si risponde ad una esigenza del sistema politico. Non si intravede una storia diversa da quella che abbiamo conosciuto con la costituzione della FI.ME. (Finanziaria Mediterranea), o, in altro campo, con la concentrazione, in tempi passati, del sistema delle infrastrutture in capo alle F.S.

Tutte esperienze fallimentari, la prima di servizi finanziari e la seconda di gestione dei progetti, perché essenzialmente legate a logiche di accentramento e di riferimento a esigenze politiche.

L’esigenza è giusta, ma la medicina rischia di essere sbagliata ancora una volta.
Poste è fortemente sovraesposta in questa operazione, che vede la partnership di soggetti deboli, nel Mezzogiorno e nel paese, assolutamente inventati e fuori da ogni concertazione con le regioni.

L’operazione si presenta, dunque, come essenzialmente politica e non economica.
Ovviamente, per quanto ci riguarda, bisognerà fornire risposte adeguate alle domande sulla funzione di Poste Italiane e sul suo assetto organizzativo.

La prima riguarda il patrimonio che dedicherà all’operazione. Non vorremmo, e pensiamo non lo voglia nemmeno l’azienda, che si determinasse un indebolimento dei tradizionali asset di Poste. Inoltre, questa separazione finanziaria di fatto apre il varco verso una possibile societarizzazione, che ci sembrerebbe sbagliata.

L’altra domanda riguarda i prodotti finanziari. Sempre per quella coerenza cui facevamo riferimento prima, sarebbe opportuno capire se dentro questo asset si collocheranno tutti i prodotti finanziari o se lo stesso sarà dedicato solo a quel pezzo di mercato, e quale impatto avrà la gestione di questi nuovi servizi sulle lavoratrici e sui lavoratori.

A tutte queste domande è necessario che Poste Italiane dia risposte al più presto, perché mentre lavoriamo per una rapida chiusura del rinnovo del CCNL è necessario capire quali sono gli elementi di prospettiva per questo grande gruppo e per suoi lavoratori.

                                                                                                              Il Segretario Generale
                                                                                                                   (Emilio Miceli)

13 FEBBRAIO: SE NON ORA QUANDO?

COMUNICATO STAMPA
 “SE NON ORA QUANDO?”.... A MILANO.
 DOMENICA 13 FEBBRAIO, ORE 14,30 - PIAZZA CASTELLO

Anche a Milano, come in molte altre città italiane, domenica 13 febbraio le donne scenderanno in piazza per rispondere all’appello nazionale “Se non ora quando?”, intorno al quale si stanno mobilitando in centinaia di migliaia in tutto il Paese.
A organizzare l’appuntamento milanese saranno le stesse promotrici della grande manifestazione di sabato 29 gennaio in Piazza della Scala, alla quale hanno partecipato oltre diecimila persone per dire con decisione che “Un'altra storia italiana è possibile”.
Dando continuità a quel primo momento di mobilitazione, ci ritroveremo alle 14,30 in Piazza Castello, ancora una volta con le sciarpe bianche, simbolo del sentimento di lutto per lo stato in cui versa il Paese. Il degrado morale nel quale è precipitato non è infatti questione che riguardi una sola persona e pochi altri: questa lunga stagione politica ha prodotto “culture”, immaginari, modelli pervasivi e dilaganti ai quali vogliamo dire basta prima che sia troppo tardi. Tutto questo non è più tollerabile per noi, cassaintegrate, commesse, ricercatrici precarie, artiste, studentesse, pensionate, operaie e professioniste che con il nostro lavoro e il nostro impegno civile tentiamo di rendere migliore questo Paese.
A motivarci non è un giudizio morale su altre donne, ma il desiderio di prendere parola pubblica per dire la nostra forza, “una ricca e varia esperienza di vita”, com’è scritto nella lettera-appello Se non ora quando?, “che è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale offerta da giornali, televisioni, pubblicità”. Vogliamo invece che tutte, a cominciare dalle più giovani, possano dire il proprio bisogno di libertà, di giustizia, di una vita fatta di scelte consapevoli, di riconoscimento della dignità della loro persona, delle intelligenze, dei meriti, delle competenze. E che gli uomini, soprattutto i più giovani, venendo in piazza con noi possano esprimere il loro rifiuto del modello sessista, violento e mercificato delle relazioni tra uomini e donne, per rompere la complicità maschile che lo tiene in piedi e sconfiggere un’idea di asservimento che riguarda anche loro.
Con noi in piazza ci saranno personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e della società civile.

Per adesioni e informazioni: milano13febbraio@gmail.com

mercoledì 2 febbraio 2011

POSTE: APUZZO (SLC/CGIL), DOVE SONO CONTRATTO DI SETTORE E DI PROGRAMMA?

“Slc/Cgil è sempre stata convinta del fatto che l'apertura del mercato e l'arrivo di operatori concorrenti, oltre che garantire un miglior servizio ai cittadini, offrisse l'opportunità di creare nuove occasioni di lavoro e servisse soprattutto a Poste Italiane, per consentirle di sviluppare sempre più la propria capacità di offrire prodotti di qualità e soprattutto per entrare definitivamente in una logica di competitività che non è solo ormai nazionale, ma internazionale – così ha esordito Barbara Apuzzo, segretaria
nazionale Slc/Cgil, all’Audizione presso Commissioni riunite IX Trasporti e XIV Politiche UE che si è tenuta oggi, per l’esame dello schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2008/6/CE per la liberalizzazione dei mercati postali.

“Slc/Cgil condivide che in questa fase il servizio universale  sia affidato a Poste Italiane, così come previsto nell’impianto del decreto, ma vanno superate in fretta le criticità fino ad oggi registrate, che fanno calare la fiducia dei cittadini, nei confronti del servizio offerto da Poste Italiane, del 10%.”

Inoltre, sottolinea la Apuzzo, “la scelta di un’agenzia sottoposta agli indirizzi del Ministero dello Sviluppo Economico,  quale agenzia di controllo, oltre a non essere in linea con le migliori pratiche in termini di indipendenza del regolatore adottate dai più importanti paesi dell'Ue, non garantirebbe, nel processo di liberalizzazione, l'indipendenza da Poste Italiane, visto che quest'ultima è una società a partecipazione pubblica totale.”

“Il processo di liberalizzazione prevedeva oltre alla creazione di un’Authority, il contratto di settore ed il contratto di Programma
– prosegue la sindacalista. Il contratto di settore va chiuso quanto prima perché solo in presenza di regole certe si hanno garanzie per tutti. L’azienda deve accelerare questo iter anche per scongiurare il reiterarsi di fenomeni di dumping contrattuale o peggio ancora di lavoro nero, applicati in quei contesti (appalti) in cui l’unica concorrenza si è fatta sul costo del lavoro.”

“Abbiamo appreso dalla stampa la notizia che il Ministro dello sviluppo economico e l’ad di Poste Italiane hanno sottoscritto nel novembre scorso il contratto di programma che regola per il triennio 2009/2011 i rapporti tra
lo Stato e la società. Oggi apprendiamo  che il Ministro Romani farà un’audizione in Commissione Trasporti l’8 febbraio. Vorremmo  conoscerne nel dettaglio i contenuti, soprattutto in considerazione del fatto che a luglio del 2010
abbiamo sottoscritto, con grande senso di responsabilità insieme a tutte le altre OO.SS. del settore, l’accordo
sulla riorganizzazione del recapito, ed è evidente che conoscere i contenuti del Contratto di programma ci consentirebbe di verificare il rispetto di quanto sottoscritto.”


Roma,1 febbraio 2011

MOBILITA' VOLONTARIA NAZIONALE: LE ISTRUZIONI E IL MODULO PER LA DOMANDA

Pubblichiamo il comunicato con le istruzioni  e il modulo per la domanda di trasferimento.
Si ricorda che le domande vanno presentate dal 1 al 15 febbraio.

martedì 1 febbraio 2011

ACCORDO NAZIONALE SULLA MOBILITA' VOLONTARIA

Raggiunto l'accordo sulla mobilità volontaria nazionale. I termini della mobilità del settore servizi postali sono stati spostati al 31 maggio, mentre si ricorda che le nuove domande dovranno essere presentate dal 1 al 15 febbraio.

verbale
comunicato CGIL
accordo 28 gennaio 2010