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mercoledì 9 febbraio 2011

COMUNICATO DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA SLC CGIL E. MICELI

A SEGUITO DELL’INCONTRO CON L’A.D. DI POSTE ITALIANE M. SARMI

A seguito della richiesta unitaria delle OO.SS., martedì 8 febbraio si è tenuto l’incontro tra le stesse e l’Amministratore Delegato di Poste Italiane Massimo Sarmi ,con all’ordine del giorno il confronto sul tema della costituzione della Banca del Mezzogiorno.

Secondo la relazione dell’AD, il progetto di Poste Italiane configura la Banca del Mezzogiorno come un’istituzione di secondo livello, in grado di accedere alla clientela tramite soggetti del mondo bancario e infrastrutture di Poste Italiane. Grazie all’utilizzo degli uffici postali, distribuiti capillarmente sul territorio (4.500 al sud, a fronte di un numero più esiguo di banche), Poste Italiane avrebbe maggior facilità di accesso alla clientela, interagendo con la struttura intermedia (Mediocredito Centrale), che dovrà erogare il credito. Si tratta di fatto di un Brand, senza alcuna configurazione giuridica, dentro il quale si dovranno collocare i prodotti finanziari.L’intera operazione non è comunque del tutto conclusa. Questa “incertezza” legata alle modalità con cui si dovrà arrivare alla definizione della Banca del Mezzogiorno non può che alimentare la sensazione che si tratti dell’ennesima proposta pasticciata.

Tra l’altro, i passaggi che dovranno ancora essere effettuati con la Banca d’Italia per gestire l’operazione evitando la scissione di un ramo d’azienda e puntare piuttosto su un settore dedicato, con un patrimonio separato, e l’attesa dell’approvazione di una norma contenuta nel Decreto Milleproroghe per attribuire a Poste Italiane la possibilità di condurre l’operazione in porto, mostrano tutta la farraginosità di questo meccanismo, che si presenta come una vera e propria “catena di montaggio”, i cui processi risultano frantumati. Ci chiediamo allora dove si trovi la coerenza rispetto alle motivazioni che dovrebbero portare ossigeno all’economia del Mezzogiorno.

Se l’obiettivo era infatti quello di accelerare la spesa al sud, questo progetto ottiene il risultato opposto. Ancora una volta, anziché dare risposte al Mezzogiorno, dotandolo di uno strumento finanziario efficace, si risponde ad una esigenza del sistema politico. Non si intravede una storia diversa da quella che abbiamo conosciuto con la costituzione della FI.ME. (Finanziaria Mediterranea), o, in altro campo, con la concentrazione, in tempi passati, del sistema delle infrastrutture in capo alle F.S.

Tutte esperienze fallimentari, la prima di servizi finanziari e la seconda di gestione dei progetti, perché essenzialmente legate a logiche di accentramento e di riferimento a esigenze politiche.

L’esigenza è giusta, ma la medicina rischia di essere sbagliata ancora una volta.
Poste è fortemente sovraesposta in questa operazione, che vede la partnership di soggetti deboli, nel Mezzogiorno e nel paese, assolutamente inventati e fuori da ogni concertazione con le regioni.

L’operazione si presenta, dunque, come essenzialmente politica e non economica.
Ovviamente, per quanto ci riguarda, bisognerà fornire risposte adeguate alle domande sulla funzione di Poste Italiane e sul suo assetto organizzativo.

La prima riguarda il patrimonio che dedicherà all’operazione. Non vorremmo, e pensiamo non lo voglia nemmeno l’azienda, che si determinasse un indebolimento dei tradizionali asset di Poste. Inoltre, questa separazione finanziaria di fatto apre il varco verso una possibile societarizzazione, che ci sembrerebbe sbagliata.

L’altra domanda riguarda i prodotti finanziari. Sempre per quella coerenza cui facevamo riferimento prima, sarebbe opportuno capire se dentro questo asset si collocheranno tutti i prodotti finanziari o se lo stesso sarà dedicato solo a quel pezzo di mercato, e quale impatto avrà la gestione di questi nuovi servizi sulle lavoratrici e sui lavoratori.

A tutte queste domande è necessario che Poste Italiane dia risposte al più presto, perché mentre lavoriamo per una rapida chiusura del rinnovo del CCNL è necessario capire quali sono gli elementi di prospettiva per questo grande gruppo e per suoi lavoratori.

                                                                                                              Il Segretario Generale
                                                                                                                   (Emilio Miceli)

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